Le mie decisioni Pubblicato sul sito "NOMOS" - 297/2007 Protrodos Amministrativo

297/2007 DPR ASTA (476442)

(LEGGE SULLA PUBBLICAZIONE)
Esproprio forzato. Ricorso contro il rigetto implicito della domanda di rimozione
di peso ritotomo. Competenza del tribunale amministrativo di primo grado a tre membri.
Incidenti di ingombro a lungo termine di un immobile con peso riotomo e
annullamento di un rifiuto implicito di sollevare tale onere.

Decisione numero 297/2007

IL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO DI PRIMO GRADO DI RODI
2° DIVISIONE TRE MEMBRI

Si è incontrato in pubblico nella sua udienza (sala conferenze della corte d'appello
Dodecaneso) il 23 gennaio 2006, lunedì alle ore 10:00 con
I loro giudici: Christina Lelou-Salmanidou, Presidente del Tribunale di primo grado, Styliano
Mekra, Tribunale di primo grado D.D. - Reporter, Tsambika Maria, Primo Giudice D.D., e
Segretario Tsampika Makrakis, cancelliere.

Udito il ricorso del 25 febbraio 2003.

Della persona giuridica di diritto pubblico con la denominazione "…….." che ha sede
ad Atene ed era rappresentato dall'avvocato Ioannis Karamihalis.

Contro: 1) N.P.D.D. "DODECANIS PREMIER AUTOGOVERNO", dove
è rappresentato dal Prefetto del Dodecaneso e sarebbe comparso attraverso di lui
avvocato Georgios Filippakos, 2) Stato greco, rappresentato dall'avv
il Ministro dell'Ambiente, dell'Assetto Territoriale e dei Lavori Pubblici e non si è presentato
e 3) Comune di Rodi, rappresentato dal suo Sindaco e presentato
attraverso l'avvocato Theodoros Frarakis.

Durante la discussione le parti hanno sviluppato le loro rivendicazioni e chiesto cosa
sono menzionati nel verbale.

Dopo la riunione la Corte si è riunita in conferenza.

Il suo giudizio è il seguente:

Perché, con il documento in questione, che è scritto come richiesta di revoca
decisione-appello e per i quali sono state pagate le spese legali (cfr
311731 e 532527 scontrini di serie A`), richiesti dal
ricorrente NPDD di annullare l'implicito rigetto da parte dell'Amministrazione di
18-11-1996 della sua domanda e di accettare la sua richiesta di rimozione di
proprietà di proprietà vincolante da oneri normativi di lunga durata
di cui si trova nella città di Rodi ed è stato designato come sito
costruzione di un edificio pubblico con il Piano Urbanistico Generale di Rodi,
che è stato approvato con decisione 2736/197 del Ministero dell'edilizia abitativa e dello sviluppo urbano. (Gazzetta Ufficiale 193 D/11-3-1987).
Con questo contenuto, il documento considerato è un appello e come
tale deve essere considerato.

Perché, con il primo articolo della legge 2990/2002 "Sanzione del 21 dicembre
2001 Atto di contenuto legislativo "Competenza dei tribunali in
casi di espropri forzati, fiscali e doganali
regolamento", (A' 30/21-2-2002), il suddetto atto normativo è stato ratificato
contenuto (GU 288 A`), negli articoli 1 e 3 dei quali si definisce che: 1.
Competenza dei tribunali nei casi di espropriazione forzata. 1. O
determinazione del risarcimento per l'espropriazione forzata dei beni
rientra in quanto rilevante ai fini del processo di identificazione dei beneficiari
alla giurisdizione dei Tribunali civili, come definiti
in particolare nel Codice degli espropri coatti, ratificato dall'art
articolo uno della legge 2882/2001 (Gazzetta ufficiale 17 A`), come di volta in volta applicabile. 2.
Competente a pronunciarsi irrevocabilmente e con la stessa procedura per le controversie da
singoli atti dell'autorità amministrativa, che riguardano la revoca dell'art
degli espropri congiunti e la rimozione dei mantenuti
oneri a lungo termine, è il giudice dell'articolo 11 comma 4 del
K.A.A.A" (articolo 1 del P.N.P.). Inoltre, nell'articolo 11 della Legge 2882/2001
"Codice di espropriazione coatta dei beni immobili" (C.A.A.A., A` 17/6-2-2001), il
che è valido dal 6-5-2001, vale a dire dopo la scadenza di tre (3) mesi dalla
la sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, ai sensi dell'articolo due
della stessa legge, si definisce che: 1. L'autorità che ha dichiarato l'obbligatorietà
l'espropriazione può con sua decisione revocarla, in tutto o in parte. 2. h
l'espropriazione forzata è obbligatoriamente revocata con atto dell'autorità che
lo ha dichiarato, a seguito della richiesta di ogni probabile interessato
diritto reale sul bene espropriato, se entro quattro anni da
dopo la sua dichiarazione, non può essere proposta alcuna domanda per la determinazione giudiziale del risarcimento
o non è determinato extragiudizialmente. La domanda è inammissibile se presentata successivamente
in ogni caso un anno dopo la scadenza di tale termine quadriennale
dopo la pubblicazione della decisione che determina il risarcimento. L'atto di revoca
di esproprio è emesso entro quattro mesi dalla sua presentazione
relativa domanda ed è pubblicata nella Gazzetta Ufficiale.

Le disposizioni del presente comma non si applicano in caso di
di espropri per attuare piani urbanistici, sviluppo di aree residenziali e
per scopi archeologici. 3. L'espropriazione forzata è automaticamente revocata
se non avviene entro un anno e mezzo dalla pubblicazione della decisione
determinazione provvisoria dell'indennizzo e, in caso di diretta definitiva
determinazione della stessa, dalla pubblicazione della relativa decisione. Il responsabile di
dichiarazione di autorità di esproprio è tenuto a rilasciare entro quattro mesi
dalla scadenza del termine di cui al comma precedente, un certificato per l'
imminente rimozione ipocrita. Questo atto è pubblicato nella sua Gazzetta
Governo. 4. Se quelli di cui ai precedenti commi 2 sono inattivi
e 3 termini o viene emesso atto negativo, ogni interessato può farlo
richiesta del tribunale amministrativo di primo grado, composto da tre membri, nel cui circondario
si trova il bene espropriato, l'emissione di una decisione del tribunale, con l'
che l'atto o l'omissione contestata sia annullata e il
rimozione ipocrita o coatta dell'esproprio. Nel caso
si applica di conseguenza la procedura definita dal Codice
del procedimento amministrativo (legge 2717/1999), ad eccezione dell'articolo 66 della stessa. Al processo
l'esproprio e lo Stato sono invitati. La decisione emessa è
irrevocabile. 5... 6... Inoltre, nell'articolo 29 (commi 2 e 5) della stessa legge
2882/2001 prevede che: Gli espropri dichiarati dal 1° febbraio
1971 e d'ora in avanti sono disciplinate dalle disposizioni del presente punto a
che sono al momento della sua entrata in vigore. I soggetti sono esclusi
quelli per i quali all'entrata in vigore della presente è stata notificata
documento introduttivo del relativo processo dinanzi al tribunale competente o
è stato emesso un atto amministrativo rilevante, rispetto al quale solo il
disposizioni procedurali qui previste (par. 2). Espropri da attuare
dei piani urbanistici e dello sviluppo delle aree residenziali dichiarate in qualsiasi momento
fino all'entrata in vigore del presente Codice sono disciplinate, nella misura in cui
definito dal comma 2 delle disposizioni del presente Codice, con
fatte salve le eccezioni definite da tali disposizioni.

Perché, dalla combinazione delle precedenti disposizioni, consegue che competente per l'
Aggiudicazione della mancata revoca da parte dell'amministrazione dell'esproprio amministrativo
o il sollevamento di pesi reumatici a lungo mantenuti, è il tre membri
tribunale amministrativo di primo grado del luogo ove si trova l'immobile e nella fattispecie, il
presente Corte. La differenza stabilita dall'omissione di cui sopra
amministrazione, si tratta di un contenzioso amministrativo di merito e nei rimedi giurisdizionali che
sono stati esercitati dopo l'entrata in vigore della Legge 2882/2001, come il presente ricorso,
si applicano sia le sue disposizioni sostanziali che quelle procedurali
di detta legge, da quando questa legge è entrata in vigore (6-5-2001) n
atto di introduzione del presente processo non era stato notificato, né era stato emesso
relativo atto amministrativo.

Perché, l'articolo 11 comma 2 del n.d. 797/1971 (1 A`), come aveva
sostituito dall'art. 1 della L. 212/1975 (f. 252 A») prevedeva che il
gli espropri forzati vengono automaticamente revocati, se una certa persona viene a mancare
tempo dalla loro dichiarazione, senza aver determinato il compenso dovuto,
ed in particolare, gli espropri forzati, dichiarati dall'art
l'applicazione della normativa in materia di piani urbanistici, sono revocati, se decaduti
otto anni. Con il disposto dell'articolo 36 comma 2 della Legge 1337/1983 (A' 33)
L'articolo 11 comma 2 del n.d. è stato abrogato. 797/1971 e, quindi, l'ente
della revoca automatica dell'espropriazione dopo l'impraticabile decadenza
otto anni dalla sua proclamazione. Ma ogni esproprio, che non ha
eseguita, resta in vigore solo per un congruo periodo di tempo h
la cui durata è soggetta alla discrezionalità del giudice. quindi, il
espropri forzati, che erano stati dichiarati dopo l'entrata in vigore
di n.d. 797/1971 ai sensi della normativa in materia di piani urbanistici, nonché
gli espropri forzati, che erano stati annunciati prima dell'inizio
validità della suddetta legge d/tos, purché siano mantenuti dopo la loro dichiarazione,
senza eseguire la loro composizione a norma di legge, per lungo tempo
periodo di tempo, che, nelle circostanze particolari, che si verificano in
in ogni caso, eccede limiti ragionevoli nel giudizio del tribunale,
sono un onere legale e finanziario della proprietà, che è
contrario alla sua tutela costituzionale. Pertanto, nei casi
l'Amministrazione è tenuta a revocare l'espropriazione forzata
(vedi S.t.E. 5250/1996, 2499/2003).

Perché, inoltre, l'articolo 29 della legge 2831/2000 (GU A` 140 - modifica della legge
1577/1985-GOK. & altre disposizioni), come sostituito dall'articolo 10 della stessa
La Legge 3044/2002, prevede che: 1... 2... 3... 4. Dove nel precedente
i commi prevedono la modifica dei piani urbanistici e insediativi approvati,
la normativa urbanistica di riferimento deve: a) non comportare una riduzione di
della superficie totale delle aree comuni né delle aree comuni necessarie
secondo i quadri generali di uso del suolo (G.P.S.S.X.O.O.A.P.). È permesso
riduzione quando la modifica è dovuta alla revoca dell'espropriazione forzata, h
il che avviene in ottemperanza alle decisioni dei Tribunali competenti, con le quali
è annullato il rifiuto dell'amministrazione di revocare l'esproprio, b)... c)...".

Perché, infine, nell'articolo 63 della legge 2717/1999 "codice amministrativo
di procedura" (G.U. 97 A), si definisce che: "1... 2. Si ha omissione quando il
l'autorità amministrativa, sebbene obbligata dalla legge, non emette un titolo esecutivo individuale
atto amministrativo per regolare un determinato rapporto giuridico. L'omissione
ha luogo dopo la scadenza del termine eventualmente prescritto dalla legge
per il rilascio, d'ufficio o su richiesta dell'interessato,
di questo atto. In quest'ultimo caso (smentita implicita), se dall'
la legge non prevede tale termine, l'omissione si compie col decorso del tempo
trimestre non lavorativo dalla presentazione della relativa domanda all'Amministrazione...".

Perché, nel caso in esame, dalle prove nel fascicolo
i seguenti risultati: il richiedente, secondo il certificato 11416/2005
proprietà del Catasto di Rodi, ha piena proprietà, il me
Dati KM (quota catastale) ……. Rodi Edifici, File....
Volume ... (vecchio ...) Foglio ... (vecchio ...) trama, area originale
1.700 mq ed oggi 1.372 mq, da lui acquisiti in forza del 437/
16-11-1972 contratto di donazione in vita del notaio di Atene F. A. da
NPDD "Comunità israeliana di Rodi" e si trova nel distretto di Agios Georgios
del Comune di Rodi e all'incrocio tra K., X. e B. La suddetta proprietà,
è stato designato come "spazio condiviso" con il piano urbanistico della città
di Rodi (G.U. 36 D/27-1-1956) e come "Area di Costruzione di una Scuola Materna" con
il Piano Regolatore Generale di Rodi, approvato con delibera 2736/197 del
H.E.HO.DE. (Gazzetta Ufficiale 193 D/11-3-1987). Con sua domanda del 18-11-1996
del ricorrente agli imputati (la prova della notificazione dal 21,
26 e 21-11-1996 rispettivamente), ha chiesto la revoca del suo impegno come sopra
proprietà, in quanto costituisce la suddetta caratterizzazione
sequestro dei suoi beni ai sensi dell'articolo 37 comma 3 del n.d. dell'anno
1923, che, a causa del trascorrere di molto tempo senza che le autorità intervenissero
autorità nel dichiarare l'esproprio e nell'utilizzare l'immobile allo scopo
inteso, viola l'articolo 17 comma 2 della Costituzione e l'articolo 1
del Primo Protocollo addizionale alla Convenzione europea di Roma sul
diritti umani. La suddetta domanda è stata implicitamente rigettata dai convenuti
(sebbene il Comune resistente invochi e presenti la 124/17-2-1997
la sua risposta alla richiesta di cui sopra, cioè prima di completare la bozza
tre mesi dalla presentazione della domanda alle competenti autorità amministrative, escl
ma non fornisce alcuna prova della notifica di questa persona
atto amministrativo al ricorrente NPDD, pertanto, non è provato se
e quando ne ha avuto piena conoscenza e quindi, il termine implicito è legalmente violato
diniego degli imputati). Contro questo rifiuto implicito, sta già facendo appello
K.I.S. e chiede la revoca del privilegio per gli stessi motivi.

Del resto, il Comune convenuto, anzitutto, fa valere il presente ricorso
è stato impropriamente portato dinanzi a questa Corte. Oltre al fatto che
questa affermazione è vaga, è comunque infondata,
poiché questa Corte è competente ai sensi dell'articolo 29 della legge 2882/2001 e
ai sensi del primo articolo della Legge 2990/2002, secondo quanto sopra richiamato in via principale
presente proposta. Precisa inoltre che ai sensi dell'art. 29 della legge n
2831/2000 come modificato dall'articolo 10 della legge 3044/2002, il
le modifiche ai piani urbanistici non devono comportare una riduzione dell'importo complessivo
della superficie degli spazi comuni né degli spazi comuni necessari e
pertanto, qualsiasi modifica che
renderebbe costruibile il sito specifico. Questa affermazione
si presenta infondatamente, come alla lettera della legge (articolo 10 del n.
3044/2002) come sopra indicato, tale impegno non si applica a
modifica apportata a causa della soppressione dell'esproprio coatto, che
avviene in ottemperanza alle decisioni dei Tribunali competenti, con le quali
il rifiuto dell'amministrazione di revocare l'esproprio è annullato. Infine, o
pretesa del convenuto che al fine di avere la caratterizzazione dell'immobile
carattere vincolante, il piano urbanistico va modificato, è proiettato
inutile, visto che è stato approvato il Piano Regolatore Generale di Rodi
(G.U. 193 D/1987), secondo quanto previsto dall'articolo 37 comma 3 lett. il suo b
nd dell'anno 1923 e secondo la consolidata giurisprudenza del Consiglio di Stato,
con l'atto di approvazione, modifica o proroga del piano regolatore n
viene dichiarata l'espropriazione forzata degli immobili destinati alla costruzione
edifici di pubblica utilità, invece, la suddetta caratterizzazione è essenziale
limitazione dei diritti del titolare, in quanto implica un divieto
disposizione dell'immobile ad altro scopo, quindi un vero e proprio onere che toglie
il potere di disporre della proprietà. Se questo impegno viene mantenuto oltre,
a discrezione della Corte limiti ragionevoli senza proseguire il procedimento
dell'espropriazione coatta, allora si fa ora detta determinazione
peso economico e giuridico della proprietà che è in contrasto con l'art
la sua protezione costituzionale, e l'Amministrazione ha l'obbligo di rimuovere,
a seguito di apposita richiesta da parte del titolare, tale impegno con
declassificazione dell'immobile come sito destinato alla costruzione di uno specialista
edificio (StE 1686/2000, 2667/1999, coq). Tale obbligo non è revocato
dal fatto che l'emendamento è necessario per eliminare l'esproprio
del piano regolatore, per il quale la legge prevede l'osservanza di talune
formalità, perché l'emendamento al fine di rimuovere l'esproprio è
obbligatorio per l'Amministrazione (StE 3063/2001, 1686/2000, 3559/1996 ecc.).

Perché, con questi dati, e in considerazione del fatto che dall'imposizione del contestato
onere riotomico sull'immobile in oggetto dall'anno 1987 in poi
data di presentazione della domanda 21.11.1996 dei richiedenti all'Amministrazione
per rimuovere l'onere in questione, sono passati nove anni, ma anche sedici anni fino a quando
il deposito del ricorso in parola senza che l'Amministrazione proceda al concordato
dell'espropriazione, mentre in aggiunta, dall'originaria espropriazione rittotomica
della proprietà in oggetto come spazio verde nel 1956 con l'originaria sistemazione paesaggistica
piano della città di Rodi trascorsero quarantasette anni senza che l'Amministrazione a
procedere alla formazione e all'utilizzo del predetto bene ai sensi dell'art
suo scopo, la Corte ritiene che questo periodo di tempo
supera di gran lunga i limiti ragionevoli entro i quali si troverebbe costituzionalmente
onere sulla proprietà dei richiedenti tollerato. In vista di questi, il silenzio
rifiuto degli imputati di sollevare l'onere di lunga data del contenzioso e
soddisfare questa richiesta del richiedente NPDD è illegale e
annullabile. Pertanto, il presente ricorso deve essere accolto, e la causa
da deferire all'Amministrazione per la sua revoca, con relativa modifica
del relativo piano regolatore l'impegno contestato.

Perché, a seguito di quanto sopra, va proposto il presente ricorso
accolto, di annullare il tacito rifiuto dei convenuti di revocare il loro impegno
proprietà dell'Organizzazione richiedente, e il caso a cui fare riferimento
Amministrazione al fine di rimuoverlo, modificando i relativi regolamenti
pianificare l'impegno contestato, restituire il compenso versato a
ricorrente (art. 277 co. 9 lett. a c.c.) e da infliggere proporzionalmente agli imputati
, le spese processuali del ricorrente, per un importo di duecentoventi (220) euro
(art. 275 co. 1 CCD).

PER QUESTE RAGIONI

Accoglie il ricorso.

Ribalta il rifiuto della direzione di revocare l'impegno urbanistico che aveva
imposto dalla decisione 2736/197-Gazzetta governativa 193 D/11-3-1987 del Ministero dell'edilizia abitativa e dello sviluppo urbano. In
proprietà del richiedente descritto nella storia qui.

Deferisce il caso all'amministrazione per l'azione legale che
si riferisce al ragionamento.

Ordina la restituzione del compenso al ricorrente.

Impone proporzionalmente agli imputati le spese processuali del ricorrente, h
per un importo di duecentoventi (220) euro.

Giudicato e deciso a Rodi il 24 aprile 2007 e pubblicato in
seduta pubblica straordinaria della Corte il 31 maggio 2007.

IL PRESIDENTE IL RELATORE

LA SEGRETARIA

E.F.

Fonte: Law Legal Information Network (www.lawdb.intrasoftnet.com)

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